108 rintocchi

Keiko Yoshimura

Giugno 2025

…il significato dell’esistenza, che non sta nell’addizione ma nella sottrazione, nella serenità che tanto ha a che fare con i senza.

La vita, comprese Sohara mentre la donna parlava ininterrottamente e intanto gli medicava la ferita, era piena di domande e cercare le risposte era ciò che toccava alle persone, ognuna con il proprio mestiere.

Non metteva mano solo alle cose che gli si chiedeva di aggiustare, ma anche a quelle che il suo occhio notava e che, prima ancora di farne parola a qualcuno, si impegnava ad accomodare.

…per la gioia pura e semplice che ricavava dal mettere a posto le cose.

Gli anziani dell’isola erano generosi con i ragazzi, si inventavano talvolta necessità immaginarie pur di averli accanto. C’era una strana malinconia in quell’atteggiamento: offrivano ai ragazzi i mezzi per andare via ma poi speravano con tutto il cuore che restassero.

…non capiva come fosse possibile avvertire una solitudine così dolorosa in mezzo a una distesa sconfinata di gente.

…una scelta giusta viene fuori da almeno cinque scelte sbagliate.

Sohara ricordava con quanta severità, nell’infanzia, gli venisse imposta l’attesa e quanto questa gli apparisse insensata.

Negli anni aveva imparato a distinguere i casi in cui la riparazione serviva ed era accolta con gioia, da quelli in cui l’abitudine nuova si era completamente sostituita alla precedente.

…la strepitosa magia che aveva fatto sì che un oggetto che era andato perduto o si era guastato fosse tornato integro, che qualcosa di inatteso (ma in cuore sperato) fosse accaduto d’un tratto.

…bastava trovare un nuovo equilibrio nelle cose, una prospettiva capace di far sì che un giardino pieno di erbacce diventasse un piccolo bosco, un mondo infinito di calabroni e lucertole.

…quella predisposizione all’immaginazione che un giorno le avrebbe permesso di vedere la continuazione dei quadri oltre il perimetro della cornice: