«Sono confuso. Non so più che cosa voglio.» «Non preoccupartene», ha insistito. «Stai incominciando a vedere quello che c’è dietro la superficie delle cose.»
Qual è la cosa giusta da fare? È un’ironia che la mia intelligenza non mi aiuti a risolvere un problema come questo.
L’intelligenza ha conficcato un cuneo tra me e tutti coloro che conoscevo e amavo e mi ha scacciato dalla panetteria. Ora sono più solo di prima. Mi domando che cosa accadrebbe se rimettessero Algernon nella grande gabbia insieme ad alcuni altri topi. Gli si rivolterebbero contro?
La grande sciocchezza è consistita nel tentar di risolvere il problema per mio conto. Ma quanto più rimango impigliato in questo groviglio di sogni e di ricordi, tanto più mi rendo conto che i problemi emotivi non possono essere risolti come i problemi intellettuali.
Mi son detto che stavo vagando come un’anima perduta, e poi ho capito di essere perduto… In qualche modo, ho finito con il separarmi emotivamente da tutto e da tutti. E quel che cercavo in realtà laggiù nelle strade buie, l’ultimo posto al mondo, accidenti, in cui avrei potuto trovarlo, era un modo di tornare a essere partecipe emotivamente della gente, pur conservando intellettualmente la mia libertà. Devo crescere. Per me questo significa tutto…»
Questo dimostra semplicemente che non si può trovare tutto quello che si vuole in una donna. Un altro argomento a favore della poligamia.
Gliela offro come un’ipotesi: l’intelligenza, senza la capacità di dare e di ricevere affetto, porta a un tracollo mentale e morale, alla nevrosi e forse anche alla psicosi. E io dico che la mente assorta e chiusa in se stessa come un fine centrato nell’io, a esclusione dei rapporti umani, può condurre soltanto alla violenza e al dolore…