Le città invisibili

Italo Calvino

Gennaio 2020

«Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure cosicché a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa di esistere»

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, e quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che firmiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e spare riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.